Poeta e scrittore mistico spagnolo. Professore di Teologia all'università
di Salamanca (dal 1561), a causa della sua professione religiosa fu condannato
dall'Inquisizione e incarcerato (1572-76). Tornato in libertà,
continuò la pratica dell'insegnamento, in particolare di Filosofia morale
e di Esegesi biblica (dal 1579). Tra le sue opere di prosatore ricordiamo testi
di interpretazione di libri sacri (
Exposición del libro de Job,
1565, pubblicato nel 1779), traduzioni di testi biblici (
Cantico dei
cantici), di meditazione (
De los nombres de Christo, 1583) e di
edificazione etico-religiosa (
La perfecta casada, 1583). Come poeta
lirico, si inserì nella tradizione di Garcilaso de la Vega; fu poeta del
silenzio e della solitudine, alla ricerca della presenza divina nella
realtà umana. Le sue liriche (tra cui citiamo le odi
A Felipe Ruiz, A
Salinas, La morada del cielo) furono pubblicate da Francisco de Quevedo nel
1631 (Belmonte, Cuenca 1527 - Madrigal de las Altas Torres, Ávila
1591).